Riportiamo una riflessione di Alessandro Querci, bassista e amministratore del gruppo Facebook B.A.S.S. (Bassisti Attempati Senza Scrupoli)
Ogni tanto vediamo dei video dove il/la bassista di turno si cimenta nella riproduzione fedele di un assolo fatto originariamente da un altro musicista, spesso famosi sassofonisti jazz.
Sono video dove si sfoggia un incredibile virtuosismo e che immancabilmente dividono i commentatori fra detrattori (i più) e gli estimatori.
Cerchiamo quindi di capire di cosa si tratta, il che non vuol dire che dobbiamo farcelo piacere, quanto che dobbiamo perlomeno sapere cosa stia succedendo prima di criticare.
Nella didattica jazzistica si stimola lo studente allo studio degli assoli di artisti considerati ‘di riferimento’ per chiunque.
Esiste un percorso specifico: si tira giù il solo ‘a orecchio’, lo si trascrive, lo si analizza armonicamente. Infine, lo si riproduce sul proprio strumento fino a memorizzarlo completamente.
Volendo, per rendere la cosa ancora più difficile, lo si trasporta in altre tonalità.
Ovviamente la complessità del solo sarà scelta in rapporto al livello tecnico dello studente.
Gli obbiettivi di tale esercizio sono quelli di acquisire un fraseggio sempre più ampio e variegato che deriva dai grandi interpreti, di confrontarsi con difficoltà riguardo posizioni, intervalli etc. che solitamente non affrontiamo sul nostro strumento, di implementare il nostro ear training, di rafforzare memoria e muscolatura attraverso uno sforzo estremo.
Detto questo:
– Non esistono intenzioni ‘espressive’: il solo lo si impara per prendere confidenza e impadronirsi di specifiche tecniche e fraseggi tipici di taluni artisti.
– Non si vuol far ‘emozionare’ nessuno: si tratta più che altro dell’esecuzione di un esercizio di studio incredibilmente complesso e difficile, ma fondamentale al fine di raggiungere determinati livelli di performance.
– Ovviamente non c’è ombra di intenti artistici in tutto questo, quindi inutile confrontarlo con l’improvvisazione vera e propria, col semplice accompagnamento di un brano, o addirittura con la capacità di comporre una canzone.
Ovviamente quelli che vediamo su web sono risultati strepitosi di una difficoltà esagerata per chiunque. Davvero poche persone sono capaci di raggiungere simili traguardi, e tutto ciò richiede un’incredibile quantità di tempo, lavoro, concentrazione, dedizione.
Ciò nonostante si tratta di un esercizio, quello della trascrizione di un solo, che non può che far bene a qualsiasi livello, anche un principiante può misurarsi con soli particolarmente semplici e trarne vantaggio.
Trovo incredibile che chi riesce a raggiungere tali obbiettivi possa venir criticato, oltretutto per motivi che davvero non hanno alcuna attinenza a ciò che stanno realmente facendo.
Foto di Katarina Bubenikova su Unsplash